Nel periodo tra le due guerre mondiali, il Lanificio Paoletti vide accrescersi il numero di committenze da parte della famiglia reale per la produzione di nuove linee di abiti da cerimonia, ma anche dagli ambienti dell’alta moda parigini.
La tecnologia produttiva dell'epoca fu in parte rivoluzionata da un nuovo modello di macchina tessile delle industrie Woolridge di Canterbury, nel Kent, che univa all’alta velocità esecutiva una grandissima precisione. Una “soft machine”, come veniva pubblicizzata, capace di notevole flessibilità nel realizzare su larga scala i pattern più complessi ed arditi.
La figlia dell’industriale Woolridge, Margareth, nell’estate del 1938 fu ospite dei conti Brandolini presso Castelbrando. Amante dell'arte, e tra le principali collezioniste del Picabia “macchinico”, era scesa in Italia per il grand tour e per seguire gli affari del padre. Una delle nuove macchine era da poco stata consegnata a Follina.